LE CONNESSIONI ECOLOGICHE NELLE SELVE CASTANILI NEL PARCO REGIONALE CAMPO DEI FIORI: VALUTAZIONE E SVILUPPO DI SISTEMI DI GESTIONE
Tra il 2009 e il 2011 grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo, il Parco Regionale Campo dei Fiori in partenariato con l’Università degli Studi dell’Insubria e l’Università degli Studi di Milano Bicocca, ha realizzato il progetto “Le connessioni ecologiche nelle selve castanili nel Parco Regionale Campo dei Fiori: valutazione e sviluppo di sistemi di gestione”.
Gli obiettivi erano:
- l’acquisire conoscenze sullo stato di continuità ambientale ed ecologica delle selve castanili nel Parco;
- valutare i differenti sistemi di gestione dei castagneti;
- identificare delle “core areas” strategiche per la conservazione della biodiversità e per attività di rafforzamento e ripristino;
- progettare ed attivare interventi per incrementare le aree di connessione ecologica;
- valutare la diversità biologica dei castagneti ed il flusso di individui (geni) tra le aree connesse mediante sistemi di analisi molecolare;
- sviluppare, in accordo con gli Enti locali e i cittadini, un piano di gestione dei boschi per garantire la continuità nel tempo del progetto.
Il nostro Consorzio, costituitosi proprio ad ottobre del 2009, ha collaborato attivamente per lo svolgimento delle diverse azioni e il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
In particolare, lo sforzo maggiore è stato dedicato alla costruzione condivisa del primo disciplinare di gestione delle selve castanili: Il documento tecnico che ha posto le basi per la regolamentazione e la diffusione della gestione delle selve castanili all’interno del Parco. Questo documento è poi stato la base per successivi progetti a favore della castanicoltura locale e per la pianificazione del Parco in questo settore.
In parallelo è stato realizzato il primo censimento delle aree a maggior valenza castanicola del Parco con il rilievo degli esemplari più significativi. Anche in questo caso la mappa creata è diventata la base per ulteriori ragionamenti, avendo un’immagine più chiara dell’estensione e dell’importanza della possibile castanicoltura da frutto nel Parco.
Il censimento e il lavoro sul campo, portati avanti dall’agronomo Massimo Raimondi con la collaborazione del Consorzio, hanno permesso di scegliere i campioni più adatti per le due azioni delle Università coinvolte nel progetto: la prima ricerca genetica sulle varietà locali di castagno e un primo protocollo di micropropagazione. La ricerca del DNA ha permesso di distinguere le cinque principali varietà di castagne presenti nel territorio del Consorzio, a conferma delle indicazioni storiche e degli studi morfologici eseguiti in parallelo. La suddivisione ha permesso un successivo lavoro specifico sulle varietà in progetti successivi. Il lavoro sulla micropropagazione ha dato invece avvio a delle sperimentazioni di lungo periodo.
Non sono mancate le attività di divulgazione e formazione, tramite appositi incontri e la redazione di materiali informativi che hanno aiutato ad aumentare facilmente le conoscenze di base sulla castanicoltura in questo territorio e ancora rappresentano un ottimo materiale di base con cui avvicinarsi alle selve castanili.